Sarete accompagnati in un viaggio attraverso i sapori della terra
Lucchese per ripercorrere emozioni antiche legate alla tradizione, alla
cultura e soprattutto alla gente che vi abita. Un progetto che vuole
creare un legame, una rete appunto, tra produttori agricoli e
artigianali, negozi, ristoranti e agriturismi in modo da fornire al
consumatore un panorama completo che lo guidi nella conoscenza, nella
scelta, nell’acquisto e nella degustazione dei prodotti tipici e
tradizionali di questa provincia che è tra le più ricche e variegate
d’Italia. I prodotti sono raccolti in un Paniere Lucchese ad indicare la
volontà di offrire tutte insieme le nostre produzioni.
La Rete del Gusto nasce da un progetto innovativo, promosso dalla
Provincia di Lucca in collaborazione con Camera di Commercio di Lucca,
Unione dei Comuni della Media Valle del Serchio, Unione dei Comuni Alta
Versila, Unione dei Comuni della Garfagnana, Coldiretti, Confederazione
Italiana Agricoltori, Confagricoltura, Confartigianato, CNA,
Confcommercio, Confesercenti.
Obbiettivi principali sono la valorizzazione delle produzioni
agroalimentari di qualità, contenute nel PANIERE LUCCHESE dei prodotti
tipici, tradizionali e locali della provincia di Lucca e la costituzione
di un forte collegamento, una rete appunto, fra imprese produttrici, di
trasformazione e distribuzione per promuovere il loro consumo in
soprattutto in ambito provinciale.
Definire il Paniere Lucchese non è stata un’iniziativa semplice, ha
richiesto un qualificato lavoro di ricerca e selezione, visto la
molteplicità e la ricchezza delle nostre produzioni, basato su aspetti
quali appunto la tradizionalità, la tipicità, la valenza economica,
portando all’individuazione di ben 63 prodotti che rappresentano oggi
l’eccellenza dell’agroalimentare della provincia di Lucca.
La RETE del GUSTO deve servire a mettere in stretto rapporto di
collaborazione il mondo agricolo della produzione, quello artigianale
della trasformazione e quello ristorativo e del commercio al dettaglio
con i consumatori e il mercato locale in generale.
La strategia è quella di favorire non solo la vendita e il consumo
locale di prodotti, ma anche scambio di idee, di informazioni, di
reciproca pubblicizzazione, basata sulla conoscenza tra gli appartenenti
alla Rete. In questo modo i rapporti fondati sulla fiducia reciproca
diventano una garanzia di serietà della Rete e di qualità e sicurezza
alimentare dei suoi prodotti.
Tutti gli iscritti - produttori, artigiani, titolari di agriturismi,
ristoranti e negozi - al momento dell’adesione, si impegnano a
rispettare il disciplinare che regolamenta il funzionamento di tutto il
sistema e adottano un marchio identificativo, riconosciuto dalla Camera
di Commercio di Lucca, quale garanzia certificata sulla provenienza e
rintracciabilità dei prodotti messi in rete.
I soggetti promotori hanno istituito una commissione di controllo, a cui
è affidato il compito di assicurare il rispetto delle norme di adesione
e partecipazione delle imprese aderenti e la promozione della Rete
presso i consumatori. La Rete del Gusto della provincia di Lucca fa
parte integrante del progetto "Vetrina Toscana" promosso dalla Regione
Toscana.
La rete dei borghi europei del gusto ha contattato l'Unione dei Comuni
della Garfagnana, per promuovere la partecipazione de La Rete del gusto
ai progetti e alle iniziative d'informazione dell'Associazione
Internazionale.
giovedì 12 novembre 2015
giovedì 29 ottobre 2015
AGRICOLTURA BIOLOGICA: FA BENE ALL'UOMO, TUTELA L'AMBIENTE. La case history marchigiana, regione all'avanguardia.
Vinitaly 2015 ha ospitato quest’anno oltre 170 aziende produttrici di
vino certificate bio, sei provenivano dalla Regione Marche: l'azienda
agrobiologica San Giovanni, la cantina Offida e la società agricola Ciù
Ciù, tutte nel Comune di Offida (Ascoli Piceno), la società agricola
Pievalta a Maiolati Spontini (Ancona) e l'azienda vinicola Costadoro a
San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno).
Oggi, tra i prodotti biologici possiamo dunque annoverare anche il vino. … ma cosa significa “Vino biologico”? Lo abbiamo chiesto ad alcuni esperti, intervenuti ai “Giovedì del Gusto” organizzati a Milano da Regione Marche per presentare le eccellenze enogastronomiche marchigiane.
Il vino biologico è un prodotto che deriva da un metodo di coltivazione con regole ben precise, che esclude l’uso di antiparassitari o concimi chimici di sintesi.
Per la fertilizzazione dei terreni, ad esempio, sono impiegati concimi organici, e per la difesa delle coltivazioni da parassiti, si agisce preventivamente rinforzando le piante (ad esempio con concimazioni equilibrate), in modo diretto con trattamenti antiparassitari di origine naturale (es. rame, zolfo, estratti di piante, ecc.) o impiegando la lotta biologica (uso di organismi viventi antagonisti dei parassiti).
La differenza tra vino “tradizionale” e biologico è sostanzialmente nell’assoluta mancanza di sostanze chimiche. Contiene inoltre più sostanze utili per l’organismo umano, come il resveratrolo che numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato essere un protettivo per il sistema cardiocircolatorio.
Perché dunque scegliere un vino prodotto con uve ottenute da Agricoltura Biologica? Perché è sinonimo di qualità, genuinità e perché tutela la salute del consumatore e dell’agricoltore, rispettando e salvaguardando l’ambiente.
Finalmente l’8 febbraio 2012, il Comitato per la regolamentazione sull’Agricoltura Biologica dell’Unione Europea (SCOF – Standing Committee on Organic Farming) ha votato una legislazione comunitaria europea specifica che normasse la trasformazione delle uve a vino biologico. Dal 1 agosto 2012 è entrato in vigore il nuovo Regolamento che, oltre a normare tutte le tecniche di vinificazione biologica, permette di confezionare i vini dichiarando in etichetta “vino biologico” e non più “vino da uve biologiche” e la possibilità di utilizzare il logo europeo che identifica il prodotto biologico in tutto il mondo.
Oggi, tra i prodotti biologici possiamo dunque annoverare anche il vino. … ma cosa significa “Vino biologico”? Lo abbiamo chiesto ad alcuni esperti, intervenuti ai “Giovedì del Gusto” organizzati a Milano da Regione Marche per presentare le eccellenze enogastronomiche marchigiane.
Il vino biologico è un prodotto che deriva da un metodo di coltivazione con regole ben precise, che esclude l’uso di antiparassitari o concimi chimici di sintesi.
Per la fertilizzazione dei terreni, ad esempio, sono impiegati concimi organici, e per la difesa delle coltivazioni da parassiti, si agisce preventivamente rinforzando le piante (ad esempio con concimazioni equilibrate), in modo diretto con trattamenti antiparassitari di origine naturale (es. rame, zolfo, estratti di piante, ecc.) o impiegando la lotta biologica (uso di organismi viventi antagonisti dei parassiti).
La differenza tra vino “tradizionale” e biologico è sostanzialmente nell’assoluta mancanza di sostanze chimiche. Contiene inoltre più sostanze utili per l’organismo umano, come il resveratrolo che numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato essere un protettivo per il sistema cardiocircolatorio.
Perché dunque scegliere un vino prodotto con uve ottenute da Agricoltura Biologica? Perché è sinonimo di qualità, genuinità e perché tutela la salute del consumatore e dell’agricoltore, rispettando e salvaguardando l’ambiente.
Finalmente l’8 febbraio 2012, il Comitato per la regolamentazione sull’Agricoltura Biologica dell’Unione Europea (SCOF – Standing Committee on Organic Farming) ha votato una legislazione comunitaria europea specifica che normasse la trasformazione delle uve a vino biologico. Dal 1 agosto 2012 è entrato in vigore il nuovo Regolamento che, oltre a normare tutte le tecniche di vinificazione biologica, permette di confezionare i vini dichiarando in etichetta “vino biologico” e non più “vino da uve biologiche” e la possibilità di utilizzare il logo europeo che identifica il prodotto biologico in tutto il mondo.
lunedì 19 ottobre 2015
FRUTTA: TUTTI I COLORI DELLE MARCHE Le novità di un settore tra Biologico, Biodiversità e Lotta integrata
Interessante
tema quello affrontato ai “Giovedì del Gusto” di Regione
Marche, “la Frutta”, che rappresenta un felice esempio di
connubio tra tradizione, innovazione e ricerca, sempre con
l’obiettivo di offrire prodotti buoni, sani, certificati.
Forte
è il legame tra territorio, prodotti e agricoltori: fiore
all’occhiello è la Filiera dei produttori della pesca della
Valdaso, come pure la pesca di Montelabbate, nella zona di Pesaro,
entrambe certificate Qm – Qualità garantita dalle Marche, il
marchio nato per creare un rapporto basato sulla fiducia tra
produttore e consumatore, con la garanzia della Regione Marche.
Per
promuovere queste produzioni, la Regione Marche si è impegnata nel
sostenere progetti di sinergia sia con il contesto
ricettivo-turistico, sia nel mondo della ristorazione collettiva,
per diffondere sempre più largamente la conoscenza di questi
prodotti davvero unici.
Nell’ambito
dell’incontro è stata presentata la frutta di stagione “pronta
all’uso”, che può essere consumata più comodamente, perché già
tagliata e confezionata, ma senza alcun conservante. Come ben
evidenziato nell’intervento della rappresentante di Altagamma, è
proprio la stagionalità a fare la differenza, perché la frutta è
raccolta, processata, lavata e messa nelle vaschette nel suo momento
migliore.
Confezionata
sotto vuoto, con la sola aggiunta di anidride carbonica, questa
frutta può essere conservata fino a sette giorni.
mercoledì 8 luglio 2015
Il Monticano nasce a Cozzuolo : come i vini di Sarah dei Tos.E non dimenticate il ristorante al Larin, da Bepo !
Il Monticano
(Montegan in veneto, anticamente Motegan) è un fiume del Veneto che
scorre completamente in provincia di Treviso.
L'origine
del nome forse risale al verbo monticare, perché un tempo i pastori
lo usavano come via di collegamento tra la pianura veneta e le
montagne. Un'ipotesi forse più certa lo fa derivare dal nome latino
Monticanus, probabilmente un centurione romano che aveva ricevuto
come premio dei terreni nella zona delle sorgenti.
Nasce sul monte Piai
(540 m), piccolo rilievo presso Cozzuolo di Vittorio Veneto, da tre
sorgenti. Da qui scaturiscono i rami detti rispettivamente
Monticanello, rio Montagnana e rio Col di Stella. Convenzionalmente
viene considerata come sorgente principale quella del rio Montagnana.
La più spettacolare è quella da cui origina il rio Col di Stella,
che non è però visitabile perché un pozzetto di captazione delle
acque ne impedisce la vista; si trova in località le Perdonanze, a
pochi metri da una stradina panoramica frequentata da cicloturisti.
Dopo un percorso di
poco più di un centinaio di metri, il rio Col di Stella forma una
cascata di circa 50 metri, denominata Pisson, un tempo ben più
copiosa. La pozza alla base della cascata è facilmente raggiungibile
ed è meta di escursioni didattiche. L'accesso è assai spettacolare:
si percorre una forra di marna, arenaria e conglomerato, che
identificano le origini geologiche non solo del monte Piai ma di
tutti i colli circostanti.
Il piccolo centro di
Cozzuolo (comune di Vittorio Veneto), si trova a sudovest di Ceneda,
raccogliendosi ai piedi di una catena di modesti rilievi collinari in
buona parte coltivati a vigneto.
La Chiesa di
Cozzuolo era un' antica cappella affiliata alla cattedrale di Ceneda,
nel 1640 divenne curaziale e nel 1942 parrocchiale. L'edificio
attuale fu costruito nel 1840 senza demolire la cappella originale
che sussiste, con le sue linee tardo-romaniche, sul suo fianco nord.
Il caratteristico campanile neoromanico, progettato da Domenico
Rupolo, è del 1922-23.Tra le opere qui custodite, la pala della
Madonna della Salute con san Rocco e altri santi di Antonio Dal
Favero (1887), una Madonna addolorata di Giovanni Sasso sull'altare
di sinistra, e il dossale ligneo policromo dell'altare di destra,
pregevole opera del 1617.
Sarah dei Tos è una
'bocconiana' ritornata nelle vigne. Mai scelta fu più saggia.
La Vigna di Sarah è
un’azienda vitivinicola giovane e frizzante che rispecchia una
terra dai mille colori e profumi accarezzata dal sole e dal vento. E’
stata creata nel 2010 da Sarah Dei Tos, nata e cresciuta nella terra
del Prosecco, lungo la fascia collinare fra le colline di Vittorio
Veneto.
L’azienda guidata
da Sarah Dei Tos nel 2014 è diventata anche agriturismo. Un bed and
breakfast tutto nuovo, che trova posto a Vittorio Veneto, molto
confortevole e ben attrezzato, ricavato dal recupero di una casa
colonica autoctona.
Vittorio Veneto
sorge alle pendici delle Prealpi Trevigiane e con i suoi 450 ettari
di vigneto rappresenta uno dei comuni più importanti della
denominazione Conegliano Valdobbiadene ed è caratterizzata da
diverse rive interessanti sotto il profilo viticolo: Manzana,
Carpesica, Formeniga e appunto Cozzuolo, piccolo borgo situato su una
ripida pendice collinare ricoperta da splendide vigne.Nel dialetto
della zona pedemontana della Marca trevigiana il termine riva è
sinonimo di vigneto situato in una collina il più delle volte molto
scoscesa. La Vigna di Sarah Le Rive di Cozzuolo è perciò un
Prosecco Superiore DOCG Conegliano Valdobbiadene che proviene
integralmente dalla località Cozzuolo – una delle 43 Rive
all’interno dei quindici comuni del Conegliano Valdobbiadene – e
permette di apprezzare tutte le sfumature che questo particolare
territorio conferisce al vino. La sua produzione è ridotta, rispetto
al classico Prosecco, a 130 quintali per ettaro, con l’obbligo
della raccolta manuale delle uve e dell’indicazione dell’annata.
È il prodotto di
uno specifico vigneto che cresce in una zona con particolare
vocazione vinicola, dove il terreno e il clima regalano al vino
particolari caratteristiche organolettiche. La vendemmia manuale
obbligatoria, consente di preservare l’integrità delle bucce degli
acini, fondamentale per la conservazione e il successivo
trasferimento degli aromi nel vino.
Il prosecco di Sarah
lo potrete degustare al ristorante il Larin, da Bepo.
Il "larin"
è il grande focolare della casa colonica che ospita il ristorante
sulle colline di Vittorio Veneto,a due km dall'uscita dell'autostrada
Vittorio Veneto Sud.Nella cucina regna il rispetto per il ciclo delle
stagioni e nella scelta degli ingredienti.
La carne alla
griglia fà da padrona:costate e fiorentine di scottona
nazionale,fassona piemontese,chianina toscana e angus oppure
spiedi,arrosti o selvaggina.Sfiziosi sono gli antipasti.Tra i primi
non manca mai la pasta e fagioli o il radicchio e fagioli .La pasta,i
ravioli,i gnocchi e i dolci sono rigorosamente fatti in casa.Terrazzo
all'aperto per le calde serate estive.
lunedì 25 maggio 2015
Belgio : La Vallonia, le birre trappiste e i percorsi della fede
Silvia
Lenzi, direttore dell'Ufficio Belga per il Turismo Bruxelles-Vallonia
di Milano, ha preparato per i comunicatori e i giornalisti della rete
dei borghi europei del gusto delle cartelle stampa davvero esaustive.
Il
primo incontro è stato dedicato alla Vallonia.
La
Vallonia, la regione a sud del Belgio, è fra le più verdi d’Europa.
Il suo territorio, che misura poco meno di 17.000 km, è ricoperto
per il 90% da foreste secolari come le Ardenne e Les Fagnes, ed è
attraversato da fiumi maestosi come la Mosa e la Sambre le cui rive
scoscese e a tratti tortuose si possono discendere persino in kayak o
navigare dolcemente lasciandosi cullare dal ritmo lento di una gita
in peniche.
Ecco
perché questa regione, composta dalle cinque province dell'Hainaut,
del Brabante Vallone, di Namur, di Liegi e del Lussemburgo Belga, è
la meta ideale per chi ama soprattutto una vacanza a contatto diretto
con la natura. Invita infatti a scoprire i suoi innumerevoli
paesaggi, a esplorare le sue stupefacenti foreste in un soggiorno al
di fuori del tempo assieme alle piacevolezze di una buona tavola che
si rifà alle antiche tradizioni rurali.
Ma
la Vallonia è anche una terra ricca di storia e di arte con un
passato di tutto rispetto che si rivela nelle affascinanti cittadine
di Tournai, di Liegi, di Namur, di Mons dove, quando meno te lo
aspetti, scopri un’antica abbazia, un castello, una fortezza, una
roccaforte, un museo.
E
per chi volesse recuperare il proprio benessere fisico, deve venire
proprio in Vallonia. A Spa, la città delle terme ai confini del
massiccio delle Ardenne, la reputazione delle sue acque è diventata
un mito universale che si perpetua ormai dal XVI secolo.
Il
Belgio è anche e soprattutto la patria delle birre trappiste, una
vera chicca per intenditori. Esistono infatti solo otto birre
trappiste al mondo di cui ben sei sono prodotte in Belgio e tre nella
sola regione della Vallonia: le birre d’Orval, di Chimay e di
Rochefort, che conservano i loro segreti nel cuore delle abbazie. In
alcuni casi birrerie e laboratori dei monasteri si possono anche
visitare. Dove invece non è possibile entrare c’è sempre un
posto, un bistrot dove gustare quella birra speciale fatta a regola
d’arte.
Le
birre d’abbazia sono prodotte con l’antico metodo dell’alta
fermentazione; generalmente corpose e di forte contenuto alcolico (da
6 a 9 gradi alcolici). La loro colorazione varia dall’oro carico,
all'ambrato, al rosso cupo, al bruno scuro. Si richiamano alle birre
che venivano anticamente prodotte in numerose abbazie belghe.
I
nomi delle birre d’abbazia vengono da monasteri esistenti oppure
storici che non esistono più: Leffe, Maredsous, Val-Dieu, Floreffe.
Alcune, infine, conservano il nome dell’abbazia, ma non sono
necessariamente legate alla produzione nelle strutture religiose.
Oltre
alle celebri etichette delle birre trappiste di Orval, Chimay e
Rochefort, esistono tanti piccoli birrifici artigianali come
Dubuisson, Val-Dieu, Bocq, Val de Sambre e Achouffe solo per citarne
alcuni. Ed è anche possibile seguire un itinerario, da percorrere in
libertà con auto a noleggio, che consente di visitare le principali
abbazie trappiste specializzate fin dall’epoca medioevale nella
realizzazione di birra, cioccolato e formaggi artigianali, prodotti
secondo un rigoroso codice etico che impone massima cura nella
selezione delle materie prime, attenzione alle tecniche di produzione
tradizionali e un modello commerciale finalizzato
all’autosostentamento, senza scopo di lucro.
Il
circuito include la visita di Bruxelles, Dinant, Rochefort e Namur.
Si può far sosta nell’abbazia trappista di Notre Dame d’Orval,
specializzata nella produzione di birra dal XVII secolo e
nell’abbazia di Notre Dame de Scourmount, dove vengono prodotti
formaggio e birra Chimay, di cui esistono quattro varietà. E alla
fine del viaggio è posssibile fare una degustazione di cioccolato a
Bouillon o visitare l’azienda familiare «Brasserie du Bocq» che
dal 1858 produce milioni di litri di birra ogni anno.
Ma
la Vallonia, la regione a sud del Belgio, è anche una terra ricca di
storia e di arte con un passato di tutto rispetto che si rivela nelle
affascinanti cittadine di Liegi, di Namur, di Mons e di Tournai,
tutte destinazioni che meritano un viaggio perché a ogni angolo vi
si può scoprire un’antica abbazia, un castello, una fortezza, una
roccaforte, un museo.
Laboratorio
Europa ha dedicato alle birre della Vallonia uno speciale incontro
presso il pub Saxophone di Salgareda (Tv), autentica tana del gusto
ove è possibile degustare le birre e la cucina di Daniele Rorato e
della sua famiglia. Tre autentiche chicche hanno accompagnato la
degustazione
di
tre birre : un club sandwich assai particolare ( con porchetta
trevigiana, frittata ed altre leccornie...) ; un panino con rucola e
bresaola della Valtellina e un ultimo panino... piccante.
Info:
www.belgioturismo.it
giovedì 1 gennaio 2015
L’ENTE TURISTICO DEL MENDRISIOTTO E DEL BASSO CERESIO HA OSPITATO AQUOSITAS
A Mendrisio,
presso la sede dell’Ente Turistico del Mendrisiotto e del Basso
Ceresio, si è svolta l’niziativa d’informazione “Aquositas”,
circuito tematico delle Terre d’Acqua, voluta dai giornalisti e
comunicatori dei Borghi Europei del Gusto e dell’Associazione
l’Altratavola.
In particolare, gli
operatori dell’Ente Turistico hanno illustrato l’importanza della
valorizzazione del territorio ticinese, mettendo a confronto la loro
esperienza con quelle dei territori di Cipro e Malta, che invece
hanno raccontato dell’importanza del Mare.
In poco più di
cento chilometri quadrati, il Canton Ticino comprende l’intera
gamma dei climi tipici dei paesaggi europei: montagne e laghi, valli
e colline, palme e ghiacciai, piccoli paesi antichi e città moderne,
boschi e prati.
L’iniziativa
d’informazione ha seguito il format classico di tutte le conferenze
patrocinate dai Borghi Europei del Gusto, ovvero con racconti e
interviste in diretta e supportate dal lavoro degli operatori della
trasmissione multimediale l’Italia del Gusto.
L’evento è stato
seguito da un aperitivo con le eccellenze enogastronomiche ticinesi
presso la Cantina Sociale di Mendrisio.
Il Mendirsiotto e il
Basso Ceresio sono stati inseriti nel progetto Comunicare per
Esistere 2015.
La Valle di Muggio ;
i vini valorizzati da Ticinowine ; le ferrovie turistiche ; il
patrimonio agroalimentare e il Museo della Vita Agricola di Stabio.
Questi i 'nodi' tematici che verranno sviluppati nel corso del 2015.
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